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Gruppo: Magnum

Album: On A Storyteller's Night

Label: Polydor

Anno: 1985

Nazione: UK

Genere: pomp AOR

I Magnum sono state tra le band che più ho apprezzato di tutto il movimento del pomp Rock anni 70/inizi 80 e se fino a "The Eleventh Hour" furono artefici di questa corrente musicale appena citata, con il successivo "On A Storyteller's Nigt" la band sterza da sonorità pomp-rock a sonorità sì pomp/epic ma dalla classica matrice puramente AOR in linea con le grandi produzioni di quegli anni. Ritengo questo disco una delle massime espressioni di tutto il movimento dell'AOR magniloquente e pomposo degli anni 80 e la massima espressione di tutta la carriera di questa incredibile band. E' difficile descrivere un album che contiene al suo interno pezzi di storia e stralci di incredibile magia tanto cara a questa musica, che contiene epicità calda come le sabbie del deserto del Sahara ed eroicità tagliente come la lama di un nobile cavaliere. Eppure "la notte del contastorie" contiene tutto questo e molto altro.

L'incredibile epica della opener "How Far Jerusalem" denota la grandezza compositiva di una band intenta a sfornare un componimento all'insegna del più poderoso romanzo eroico. I venti di Gerusalemme sono caldi come i suadenti e possenti riff di Clarkin e la voce appassionante di Bob Catey è intenta, solenne, ad intonare incredibili ritornelli scanditi dal tocco poderoso e magico della batteria di Jim Simpson. La magia musicale continua con il rock di classe di "Just Like An Arrow" mentre nella title track "On A Storyteller's Night" si respirano ancora attimi di profonda, travolgente ed epica passione musicale portata in auge da refrain incantevoli e costruzioni melodiche appassionanti. L'AOR muscolare di "Before First Light", finemente ricamato dalle splendide tastiere di Mark Stanway, si snoda suadente in tutta la sua spumeggiante carica mentre l'incredibile epicità mista alla tristezza della mastodontica ballad "Le Mors Dansant" danno vita ad un autentico poema musicale. Il viaggio nella stratosfera dell'AOR continua attraverso i ritmi battaglieri di "Endless Love", le appassionanti trame chitarristiche di "Two Hearts" per giungere alle vellutate keys di Stanway in "Steal Your Heart" (arena rock!) e all'hard epico e di casse di "All England's Eye". L'album è chiuso dalla splendida ballad "The Last Dance". E' quindi con questo stellare platter che il formidabile gruppo inglese riesce definitivamente a proiettare un disco nell'Olimpo della perfezione musicale, lì dove il dio Apollo è intento a ricamare leggiadri intrecci strumentali con la sua lira evidentemente ereditata, dopo i fasti di Orfeo, da Bob Catley e compagni.
Vincenzo Ferrara.
Data pubblicazione: 03/05/2006.