Michael Bolton è stato uno dei più grandi artisti solisti della storia dell'Adult Oriented Rock. Il suo omonimo disco del 1983 può essere considerato un autentico classico del genere. In Everybody's Crazy Bolton riprende lo stesso stile del precedente lavoro energizzandolo e donando a tutti i componimenti un taglio più heavy e sontuoso. La lista dei musicisti che prendono parte al disco è, ancora una volta, impressionante: Dennis Feldman, Bruce Kulick, Mark Mangold, Doug Katsaros, Peppy Castro, Terry Brock ed altri. Alla produzione il genio Neil Kernon (curiosamente anche tastierista aggiunto). Il disco, purtroppo scandalosamente fuori catalogo da molto tempo (tipico esempio della considerazione che hanno sempre avuto le major dei loro classici), è stato ristampato dalla label specializzata in reissue Rock Candy Records in un ottimo package comprendente anche un bel booklet ricco di foto ed informazioni varie. Ottima operazione di preservazione culturale.

La fragorosa "Save Our Love" irrompe con tutta la sua energia: la voce di Bolton è, come sempre, eccezionale. La cadenzata carica della title track "Everybody's Crazy" colpisce subito per la sua incredibile potenza. "Can't Turn It Off" è sensazionale, leggendaria, sicuramente tra i migliori componimenti scritti da questo carismatico artista (B. Riva definì questo brano come "la più fascinosa A.O.R. song della storia"). La splendida "Call My Name" ci trasporta nel fantastico paradiso delle ballad senza tempo. "Everytime" è impeccabile, le sue fenomenali tastiere e i suoi meravigliosi refrain proiettano M. Bolton nella stratosfera dell'AOR. Poi, ancora, il tuonante romanticismo di "Desperate Heart", le strepitose melodie cinematografiche di "Start Breaking My Heart" e il taglio Heavy della rocciosa e calibrata "You Don't Want Me Bad Enough" consacrano definitivamente questo capolavoro tra i dischi più belli della storia di questa musica. L’album è chiuso dall'esemplare "You Don't Want Me Bad Enough" (dallo spiccato taglio pomp). Dopo questo lavoro Bolton comporrà nel 1987 il buon The Hunger per poi abbandonare definitivamente i territori dell’Hard’n Heavy. Fortunatamente, però, il più grande dono al mondo dell’AOR lo aveva fatto (l’omonimo album e, specialmente, questo Everybody’s Crazy) tanto da potersi anche permettere un prematuro congedo con onore.