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Gruppo: Warlord

Album: Deliver Us

Label: Metal Blade

Anno: 1983

Nazione: USA

Genere: Epic Metal

E' difficile trattare di storia. Si perchè è di storia dell'Heavy Metal che parliamo quando riportiamo alla mente questo primo EP dei gloriosi Warlord. La band nasce nei primi anni 80 in USA grazie al chitarrista e compositore Tsamis. Un gruppo, i Warlord, capostipite di quel movimento Heavy Metal che fu detto Epic per via delle atmosfere e delle costruzioni melodiche che riusciva a suscitare. Se i Manowar incarnavano la parte barbarica di questo movimento o i Cirith Ungol quella cupa e decadentistica o gli Omen quella grezza ed irruenta (e così via), i Warlord sicuramente incarnavano il lato più romantico e raffinato di questo stile musicale. Deliver Us fu scritto con un budget di 500 dollari, quasi un milione di lire per quei tempi, una nullità, eppure fu un capolavoro, a prova del fatto che i grandi musicisti, i veri musicisti riescono sempre a regalarci qualcosa di unico anche quando non hanno alle spalle possibilità economiche elevate.

Il lavoro era aperto dall'epicissima "Deliver Us From Evil", una canzone che vale mezza produzione power odierna, dove Zonder alla batteria conferiva alla melodia quel tono bellicoso ed epico che aveva l'incredibile prerogativa di incantare immediatamente l'ascoltatore. Rimarranno per sempre mitici i suoi ancestrali refrain. Fidatevi ragazzi, l'Heavy Metal più fiero e solenne era tutto in cult song come queste. Il Warlord sound composto da lirismi chitarristici e romantici era sapientemente sintetizzato nella seguente "Winter Tears", altro clamoroso capolavoro del platter che ruotava intorno alla chitarra di Tsamis intenta a tessere, a mo di magici ed aurei ricami, una fetta di storia chiamata Epic Metal. "Child Of The Damned" ripercorreva un più classico US Metal sound mentre la seguente "Penny For A Poor" Man metteva in mostra un andamento di classe. In "Black Mass l'act" Warlord dimostrava di saper incidere anche brani dal flavour cupo ed oscuro. La song, che era introdotta da una tetra voce, fu resa mitica proprio in virtù dei suoi glaciali ed aggressivi refrain che la resero il brano più ossianico del platter. Chiudeva il disco "Lucifer's Hammer", brano che si rivelava essere uno dei punti più alti del lavoro, un'autentica "cult song" scandita eccellentente dai bellicosi ritmi della batteria di Zonder. I riff sprigionati dalla magica chitarra di Tsamis andavano a forgiare le epiche trame degli aggressivi refrain immortalati per sempre nel libro dell'Epic Metal dalla mitica voce di Jack "Damien King" Rucker. Si poneva così fine ad un disco tanto ignorato quanto splendente, autentico manoscritto proveniente da un'altra era dove per sempre saranno incise alcune delle memorie più belle dell'Heavy metal d'intenzione epica.
Vincenzo Ferrara.
Data pubblicazione 03/03/2002