Gruppo: Judas Priest
Album: Screaming For Vengeance
Label: CBS
Anno: 1982
Nazione: UK
Genere: Heavy Metal
E' sempre difficile parlare di storia dell'Heavy Metal, e, parlando di
Judas Priest, è come se parlassimo sempre di quella storia. Autentici
pionieri dell'Heavy Metal riuscirono, negli anni 70, ad intraprendere i
primi passi verso sonorità diverse dal canonico Hard Rock riuscendo
attraversare quel ponte tra Hard Rock ed Heavy Metal costruito e
gettato, anni prima, da band come Black Sabbath. Nonostante
l'importanza storica dei loro dischi del periodo settantiano, non sono
mai stato un grande amante di quelle sonorità. E' innegabile che la
maturità compositiva ed artistica dei Judas Priest s'impenna
notevolmente negli anni 80 (dai fasti di British Steel in poi) per
raggiungere il suo periodo di massimo splendore proprio in questa
decade.
"Screaming for Vengeance" ne è un esempio lampante. Non ci troviamo
forse al loro lavoro di punta, ma la parola capolavoro non è certo
sprecata quando si parla del disco dell'acquila d'acciaio. Contenente
una serie di roventi Heavy Metal song, il lavoro in questione è intento
a snodarsi attraverso linee melodiche sempre aggressive e vincenti
supportate da costruzioni strumentali massicce e poderose. Chi, nel
1982, poteva fare di meglio? Non so.
L'intro "The Hellion" è un incipit ancora oggi assolutamente inimitabile, pronto ad introdurre la prima bordata di acciaio dannatamente pesante: "Elecrtic Eye", song scandita dai vocalizzi del cyborg Halford in maniera tanto esemplare quanto agghiacciante. Il funambolico drumming di Holland introduce "Riding on The Wind", veloce componimento all'insegna del più incontaminato heavy metal. La magia del disco continua attraverso la pachidermica "Bloodstone", autentico monumento d'acciaio finemente scolpito dal preciso riffing della coppia Tipton/Downing. La carica hard di "Take These Chains" e "Pain and Pleasure" spinge il disco su coordinate più meditate e cadenzate mentre ci pensa la distruttiva "Screaming for Vengeange" a dettare la legge marziale dell'acciaio con un Rob Halford che si fa sommo proclamatore delle inossidabili leggi dell'Heavy Metal cimentandosi in un graffiante screaming per tutta la durata della rocambolesca fast song. Il disco procede poi attraverso la monolitica hit "You've Got Another Thing Coming" e l'ottima carica melodica dell'esotica "Fever" mentre ci pensa l' ossessiva "Devil's Child" contente, forse, uno tra i refrain più belli del lotto a calare definitivamente il sipario su questo capolavoro. E' così che si conclude il viaggio artistico attraverso i solchi musicali di uno degli episodi Heavy Metal più belli ed importanti della prima decade degli anni 80. Il rapace d'acciaio riuscì a prendere fiero il volo in un lontano 1982, e, ancor oggi, la sua minacciosa e scintillante scia non smette di risplendere nel variopinto cielo dell'Heavy sound.
L'intro "The Hellion" è un incipit ancora oggi assolutamente inimitabile, pronto ad introdurre la prima bordata di acciaio dannatamente pesante: "Elecrtic Eye", song scandita dai vocalizzi del cyborg Halford in maniera tanto esemplare quanto agghiacciante. Il funambolico drumming di Holland introduce "Riding on The Wind", veloce componimento all'insegna del più incontaminato heavy metal. La magia del disco continua attraverso la pachidermica "Bloodstone", autentico monumento d'acciaio finemente scolpito dal preciso riffing della coppia Tipton/Downing. La carica hard di "Take These Chains" e "Pain and Pleasure" spinge il disco su coordinate più meditate e cadenzate mentre ci pensa la distruttiva "Screaming for Vengeange" a dettare la legge marziale dell'acciaio con un Rob Halford che si fa sommo proclamatore delle inossidabili leggi dell'Heavy Metal cimentandosi in un graffiante screaming per tutta la durata della rocambolesca fast song. Il disco procede poi attraverso la monolitica hit "You've Got Another Thing Coming" e l'ottima carica melodica dell'esotica "Fever" mentre ci pensa l' ossessiva "Devil's Child" contente, forse, uno tra i refrain più belli del lotto a calare definitivamente il sipario su questo capolavoro. E' così che si conclude il viaggio artistico attraverso i solchi musicali di uno degli episodi Heavy Metal più belli ed importanti della prima decade degli anni 80. Il rapace d'acciaio riuscì a prendere fiero il volo in un lontano 1982, e, ancor oggi, la sua minacciosa e scintillante scia non smette di risplendere nel variopinto cielo dell'Heavy sound.
Vincenzo Ferrara.
Fata di pubblicazione: 04/11/2006.