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Gruppo: White Lion

Album: Fight To Survive

Label: Victor

Anno: 1985

Nazione: USA

Genere: Class Metal

I White Lion nascono dall'unione di due band, gli americani Dreamer di Vito Bratta ed i danesi Mabel di Mike Tramp trasferitisi in USA dove si esibiscono proprio come spalla dei Dreamer. Poco dopo la loro collaborazione Vito Bratta e Mike Tramp fondano i White Lion. La storia della band fu una storia abbastanza breve per un gruppo con velleità da big band: uno spettacolare debut album, Fight To Survive, un fantastico seguito, quel Pride che lancia la band nella sfera dell'alta classifica, dopodichè Big Game, lavoro forse immesso sul mercato troppo frettolosamente, ma comunque un gran lavoro. Seguono le critiche esageratamente negative da parte della stampa, l'abbandono di una grande fetta di fans e il tentativo di rilanciarsi con il sottovalutatissimo ma ottimo Mane Attraction, poi il nulla. Tutti i fans che avevano consacrato un disco come Pride si sciolsero come neve al sole nei primi anni 90 con l'impatto sul mercato del grunge e derivati. Ma torniamo a Fight To Survive, disco che riuscì a mescolare in una sapiente miscela di emozioni il primissimo Dokken sound al Van Halen più grintoso: in un primo momento la band è messa sotto contratto con con la Elektra, poi, scaricati dalla label pochi mesi dopo, firmano per la giapponese Victor. Fight To Survive esce, pertanto, sul mercato giapponese ed è reperibile come costoso disco di importazione. Ciò forse ne pregiudica in parte il successo commerciale.

L'iniziale "Broken Heart" risulta, ancor oggi, micidiale. Una delle più grandi opener in uno dei più grandi debutti della storia di questa musica, mica male. I refrain, la grinta e l'estro creativo dei White Lion sono elementi qui sapientemente sintetizzati mentre la voce vellutata di Mike Tramp è già tipica caratteristica del sound del gruppo. Poi, ancora, in un incessante susseguirsi troviamo il fantastico hard melodico di "Cherokee", l'ottima "Fight To Survive", la cadenzata "Where Do We Run" fino a giungere all'elegante "In The City". E' un perfetto crescendo di emozioni che si sublima con la cromata carica del capolavoro "All The Fallen Men" e dell' anthemica "All Burn In Hell" che mettono i White Lion in grado di rivaleggiare con il più grande CLASS Metal act del tempo: DOKKEN. Ancora pura Heavy Metal con la bellissima "Kid Of 1000 Faces" mentre è la perfezione più totale ad essere raggiunta con uno dei componimenti più belli della discografia del Leone Bianco, quella "El Salvador" che, tra magici refrain, grandiosi intrecci strumentali ed esotici spunti chitarristici, proietta i White Lion nel sognante paradiso dell'Heavy Metal d'intenzione epica ed eroica. A confermare la direzione artistica intrapresa nel finale ci pensa la ballad "Road To Valhalla" (White Lion meets Manowar!), altro epico componimento intento a trasportare i nostri nell'olimpo del CLASS metal più glorioso e che conclude, in maniera trionfale, uno dei debut più avvincenti che la storia dell'hard'n heavy music ricordi.
Vincenzo Ferrara.
Data pubblicazione: 01/06/2008.