Gruppo: Van Stephenson
Album: Suspicious Heart
Label: MCA
Anno: 1986
Nazione: USA
Genere: AOR
Noto songwriter, Van Stephenson contribuì alla creazione di numerosi
capolavori (tra i tanti, da ricordare la partecipazione alla stesura di
Time To Burn dei Giant e Loud & Clear dei Signal). La carriera
di
Stephenson come artista solista si afferma definitivamente nel 1984
grazie al capolavoro AOR “Righteous Anger” ed alla smash hit “Moder Day
Deliah”.
Ma è con il seguente “Suspicious Heart” che Van sarà definitamene
consacrato nell’olimpo dell’heavy rock music più sensuale e
scintillante. Sebbene oggigiorno Stephenson sia incredibilmente
dimenticato dalla quasi totalità delle persone, l’album in questione
rimane, a mio parere, una delle espressioni più complete, mature e
profonde che la musica AOR abbia mai generato in una decade di
incredibile storia. A differenza del precedente disco, qui Van punta ad
un impatto più anthemico dei brani e ad una produzione ancor più
scintillante mentre la sua splendida voce sarà parte fondamentale
di questo fantastico dipinto musicale.
Ed è così che il quadro prende forma, grazie ai i suoi meravigliosi colori metaforicamente rappresentati dal tripudio melodico contenuto nella opener "We’re Doing Alright", dove, attraverso l'incredibile voce di Van, si plasma ed inizia uno dei più commoventi romanzi della storia dell’AOR music. Il racconto continua con la seguente "(We Should Be) Together Tonight" nella quale i ritmi diventano più solenni, enfatizzati dalle fantastiche keys di un superbo Alan Pasqua, mentre è affidato a Mike Baird ed alla sua imponente batteria il compito di rendere il tutto così meravigliosamente dinamico, romantico ma mai fiacco o soporifero. Il vero capolavoro del disco prende tuttavia il titolo della title track "Suspicious Heart", insuperabile brano di tecnologico AOR. I refrain contenuti in questa canzone, scanditi dai futuristici giochi delle tech-keys di Alan, sono pura pomp/Hi-Tech music sempre sublime, perfetta, precisa. La scia di capolavori non sembra esaurirsi, anzi, trova nuova linfa vitale nei romantici ritmi della bellissima "Never Enough Night" e della sensuale "Confidentially Yours" mentre è affidato alla successiva "Desperate Hours" l’arduo compito di trainare Van Stephenson e compagni nei punti più alti dell’Olimpo dell'AOR. La splendida arte chitarristica di Dan Huff scandaglia, con millimetrica precisione, la seguente "Dancing With Danger" (impeccabili ritornelli!) mentre con "Fist Full of Heat", "Make It Glamours" e l'old rock in chiave "eighty" della closer "No Secret" si termina il disco all'insegna della dinamicità.
Ci resta così tra le mani, con questo album, non solo un incredibile capolavoro musicale, ma anche il ricordo di quello che fu uno dei musicisti più completi che gli anni 80 ci abbiano regalato. Il ricordo di un uomo che amava la vita e che, a differenza degli idoli decadenti di tanti ragazzi e ragazzini del presente, passato e futuro che alla vita hanno detto "no" in balia di droghe di ogni tipo, Stephenson quel "no" non lo ha mai pronunciato anche quando un male ha spento per sempre il suo genio creativo. Ed è così che "Suspicious Heart" non è solo un capolavoro musicale, ma è anche un inno a quella stessa romantica e malinconica vita che Van ha amato fino alla fine dei suoi giorni.
Ed è così che il quadro prende forma, grazie ai i suoi meravigliosi colori metaforicamente rappresentati dal tripudio melodico contenuto nella opener "We’re Doing Alright", dove, attraverso l'incredibile voce di Van, si plasma ed inizia uno dei più commoventi romanzi della storia dell’AOR music. Il racconto continua con la seguente "(We Should Be) Together Tonight" nella quale i ritmi diventano più solenni, enfatizzati dalle fantastiche keys di un superbo Alan Pasqua, mentre è affidato a Mike Baird ed alla sua imponente batteria il compito di rendere il tutto così meravigliosamente dinamico, romantico ma mai fiacco o soporifero. Il vero capolavoro del disco prende tuttavia il titolo della title track "Suspicious Heart", insuperabile brano di tecnologico AOR. I refrain contenuti in questa canzone, scanditi dai futuristici giochi delle tech-keys di Alan, sono pura pomp/Hi-Tech music sempre sublime, perfetta, precisa. La scia di capolavori non sembra esaurirsi, anzi, trova nuova linfa vitale nei romantici ritmi della bellissima "Never Enough Night" e della sensuale "Confidentially Yours" mentre è affidato alla successiva "Desperate Hours" l’arduo compito di trainare Van Stephenson e compagni nei punti più alti dell’Olimpo dell'AOR. La splendida arte chitarristica di Dan Huff scandaglia, con millimetrica precisione, la seguente "Dancing With Danger" (impeccabili ritornelli!) mentre con "Fist Full of Heat", "Make It Glamours" e l'old rock in chiave "eighty" della closer "No Secret" si termina il disco all'insegna della dinamicità.
Ci resta così tra le mani, con questo album, non solo un incredibile capolavoro musicale, ma anche il ricordo di quello che fu uno dei musicisti più completi che gli anni 80 ci abbiano regalato. Il ricordo di un uomo che amava la vita e che, a differenza degli idoli decadenti di tanti ragazzi e ragazzini del presente, passato e futuro che alla vita hanno detto "no" in balia di droghe di ogni tipo, Stephenson quel "no" non lo ha mai pronunciato anche quando un male ha spento per sempre il suo genio creativo. Ed è così che "Suspicious Heart" non è solo un capolavoro musicale, ma è anche un inno a quella stessa romantica e malinconica vita che Van ha amato fino alla fine dei suoi giorni.
Vincenzo Ferrara.
Data pubblicazione: 12/12/2006.