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Gruppo: Simon Chase

Album: Thrill Of The Case

Label: Axe

Anno: 1988

Nazione: Canada

Genere: AOR

Non finirà mai di stupirmi la superficialità con cui sono trattati certi dischi dagli ascoltatori e dagli esperti del settore. Molto spesso ho letto strani commenti riguardo questo album di Sil Simone e compagni: “disco sufficiente”, “album normale”, “disco discreto”. I giudizi attuali, evidentemente, sono offuscati e distorti dagli ascolti dell’AOR contemporaneo, una musica che, nel 90% dei casi, poco ha a che vedere con l’AOR vero e proprio. Poco importa. Se questi titoli sono snobbati e trattati con sufficienza, a guadagnarci è unicamente l’appassionato vero che potrà rimediarli molto più facilmente nonostante siano da tempo fuori catalogo (il disco dei Simon Chase è infatti reperibile facilmente su Ebay sia come usato che come nuovo nella sua versione Long Island Records). Thrill of The Chase è un lavoro in tutto e per tutto spettacolare e, non a caso, sul celebre magazine inglese “AOR Classics” del Luglio del 1994, riuscì ad aggiudicarsi un pieno 9 in pagella. Come dar torto, infatti, a Barrie Kirtley quando scriveva che questo album era un classico? Oscillando tra quel sensazionale AOR canadese e quello dal flavour più hi-tech, questo platter si colloca, senza ombra di dubbio, tra i migliori lavori di tutto il 1988 per ciò che riguarda questa musica (e non a caso inserito nella TOP 100 AOR album del sito). 

E’ "One More Night" ad aprire il disco con splendide atmosfere proprio di matrice hi-tech, le trame chitarristiche di Sil si rivelano essere, sin da subito, originali ed emozionanti. Nella seguente "Try To Leave It" è la splendida prestazione vocale di Anthony Camparelli a dettar legge mentre "Fire In The Rain" ritorna su quelle fantastiche coordinate hi-tech caratterizzanti della superba opener e, complice il suo fenomenale incedere eroico, triste e tecnologico, si rivela essere sicuramente uno dei componimenti più belli dell'intero lavoro. Nel più classico territorio delle romantiche ballad si piazza "Rosanne" mentre l’heavy riff regna incontrastato nei granitici ritmi della bellissima "Long Distance Rider". "Paradox In The Matrix" è formidabile, una strumentale dal sound spaziale, lontano anni luce dalla noia di certe strumentali cui alcuni blasonati gruppi progressive ci hanno abituato. Poi c’è "Dangerous Eyes" con il suo epico ed arioso andamento musicale, così dannatamente futuristico ed allo stesso tempo così incredibilmente originale, spaziale. "Make Believe" è una slow song, commovente il suo incedere, in piena sintonia con il disco. "Dont Let Go" è AOR corposo, cinematografico, cromato, praticamente perfetto e tinto di qualche lontana reminescenza class alla Dokken. Chiude il disco l’elegante incedere della sofisticata "Surrender", dove sono i meravigliosi refrain ad avvolgere, trascinare portare direttamente l’ascoltatore nella stratosfera spaziale dell’AOR music, luogo per il quale Thrill Of The Chase è universale lasciapassare.
Vincenzo Ferrara.
Data pubblicazione: 01/01/2008.