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Gruppo: Overkill

Album: The Years Of Decay

Label: Atlantic

Anno: 1989

Nazione: USA

Genere: Heavy Metal

Proprio di recente, ascoltando The Years Of Decay riflettevo sugli anni di decadenza musicale in cui versiamo. Gli Overkill non si riferivano certo all'attuale contesto musicale nella stesura del titolo del loro disco, ma mai titolo fu più adatto proprio se applicato, per diletto, all'attuale contesto musicale: tra estremisti AOR che odiano l'Heavy Metal ed estremisti Heavy Metal che odiano l'AOR, tra ragazzini che ascoltano un Out Of This World alla stressa stregua dell'ultimo degli Europe, tra persone capaci di comperare Pride dei White Lion così come il loro ultimo troiaio, tra ragazzine che si mettono in bocca la parola Dokken alla stessa stregua dell'ultima banducola modernista di turno, bhe, tra tutte queste persone si è giunti davvero alla fine anche dell'audience di questa musica. Peccato. In questi casi ci vorrebbe una micidiale iniezione di METALLO PESANTE allo stato puro dannazione, atta a spazzare via tutto e tutti. Chi se non gli Overkill ne avrebbero l'assoluto potere?

The Years Of Decay è un capolavoro, senza se e senza ma e chi non la pensa così, indipendentemente che sia amante dell'AOR, Westcoast, Hard rock o Heavy Metal non dovrebbe trovarsi su questo sito a leggere nemmeno una di queste parole. The Years Of Decay è, probabilmente, uno dei dischi più imponenti della storia dell'Heavy Metal e la potenza di "Time To Kill" mette subito in chiaro questo semplicissimo concetto: una colata di acciaio che si riversa sull'impreparato ascoltatore senza pietà, it's time to kill! La fusione lavica continua con i ritmi speed di "Elimination" mentre il capolavoro oscuro e possente che prende il pacifico nome di "I Hate" proietta l'ascoltatore nell'Olimpo dell'Heavy Metal grazie anche ad una magistrale interpretazione vocale di Ellsworth. Poi, in uno spregiudicato susseguirsi d'acciaio, troviamo la funambolica "Nothing To Die For", la pachidermica "Playing With Spiders" e l'ossianica "Birth Of Tension". Capolavoro indiscusso del disco invece la spettacolare "Who Tends The Fire", col suo incedere ipnotico, travolgente, apocalittico che cede poi il passo ai fasti epici della contemplativa title track "The Years Of Decay", altro autentico bastione del platter. Chiude il disco Evil Never Dies, autentico manifesto di tutto quello che la parola Thrash metal significa. Un disco di un'altra epoca che, appartenente ad una corrente musicale tramontata per sempre. Questo era ed è Heavy Metal.
Vincenzo Ferrara.
Data pubblicazione: 08/08/2011.