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Gruppo: Lionheart

Album: Hot Tonight

Label: Sony

Anno: 1984

Nazione: U.K.

Genere: melodic Hard Rock

I Lionheart costruirono il loro capolavoro spaziando tra l'AOR britannico più muscolare e il fiammeggiante Hard Rock calibrato che fece la fortuna, qualche tempo dopo, di tantissime band. Eppure l'omonimo disco non ebbe molto successo tanto da essere praticamente rimasto nell'ombra più totale fin quando, negli ultimi mesi, una essenziale ristampa ne ha riportato alla luce i fasti. Influenzati dalla corrente Hard Rock d'oltreoceano che cominciava a delinearsi nei primi lavori di act come Dokken e assimilata la scuola prettamente A.O.R. della propria nazione, la band riuscì a confezionare una serie di canzoni assolutamente vincenti con alcune hit che avrebbero potuto tranquillamente proiettare i Lionheart nell'olimpo dell'Hard'n Heavy più pirotecnico e di classe. Così, però, non fu e dopo questo lavoro la band si sciolse.

Non esagero col dire che l'inizio della opener "Wait For The Night" è tra gli incipit più eroici, potenti e calibrati della storia dell'Hard'n heavy music. Le chitarre di Dennis Stratton (lo ritroveremo nei Praying Mantis) e Steve Mann (quest'ultimo contribuirà al capolavoro Save Yourself degli MSG) irrompono in un vortice di micidiali riff sui quali si adagia l'ottima prestazione vocale di C. Brown. Splendidi refrain, magiche trame tastieristiche e sofferte melodie regaleranno alla storia di questa musica una delle più belle opener mai concepite. I Lionheart sfornano una perla Hard Rock d'alta classe con "Hot Tonight" e si destreggiano immediatamente dopo tra le trame dell'A.O.R. più muscolare nella superba "Die For Love". Il più grande capolavoro del platter prende sicuramente il nome di "Towers of Silver", autentico Class metal tour de force, micidiale componimento dal taglio epico portato in trionfo dagli spettacolari e cromati riff del duo chitarristico. Il disco, sebbene non tornerà più su questi livelli, ci mostrerà altri esemplari componimenti come le ottime "Don't Look Back In Anger", "Nightmare" (più Dokkeniana degli stessi Dokken!) e la commovente "Living In A Dream" (stupendo il suo refrain). "Another Crazy Dream" è puro e semplice Class metal dal riff infuocato e dal refrain vincente mentre a chiudere il lavoro ci pensa la pachidermica e anthemica "Dangerous Game". Era solo il 1984 e i Lionheart riuscirono ad incidere un disco calibrato e cromato assolutamente stellare, composto da una serie di componimenti che entrarono di diritto nel firmamento del genere.
Vincenzo Ferrara.
Data pubblicazione: 28/12/2008.