Copyright



Copyright
  

CD vs LP, digitale e analogico a confronto.




Analogico e digitale in sintesi.

Prendo spunto da una recente email giuntami (e da un recente discorso avuto con un mio amico) per chiarire qualche dubbio in merito a questa vecchia diatriba tra Cd e LP. Affronteremo, in parole povere e in maniera superficiale e pratica, un discorso che ha un background matematico molto, molto complesso, quello del campionamento digitale. Cercherò, quindi, di essere breve e chiaro per quanto possibile. Doverosa una premessa: sia analogico (LP) che digitale (CD) hanno i loro corrispettivi prodotti di bassa qualità, cassette a nastro nel primo caso, e musica compressa in MP3 nel secondo. In questo articolo quando parleremo di analogico ci riferiremo esclusivamente a LP e quando parlaremo di digitale esclusivamente a CD. Le cassette MC, nonostante prodotti analogici sono rese scadenti dalla pessima qualità materiale del supporto. La musica compressa in mp3 nonostante digitale, risulta scadente a causa delle compressioni applicate. Questo articolo non affronterà problematiche da tecnici di laboratorio del suono, ma sarà incentrato unicamente sulle differenze e i principi teorici, espressi in maniera divulgativa (spiegati, quindi, più semplicemente possibile), delle due tecnologie a confronto.

Nell’analogico (LP nel nostro caso) il segnale sonoro originale è trasportato sul disco in modo continuo (non discreto). In ambiente analogico una quantità fisica è direttamente relazionata (quindi analoga) alle proprietà fisiche del suono. Strettamente parlando, un segnale analogico è rappresentato da valori utili continui (infiniti) e tutti i valori in un ambiente analogico sono direttamente riconducibili ai valori reali per analogia.

Nel digitale (CD nel nostro caso) il segnale sonoro originale, attraverso la fase di campionamento, è trasportato in modo discreto (non continuo). Lo scopo del digitale è memorizzare informazioni relative ad eventi analogici (continui nel tempo) in maniera non continua attraverso il campionamento al fine di ricostruire il segnale analogico originario senza perdita di informazione.

Il segnale in natura è quindi continuo (analogico). La tecnologia di registrazione analogica è continua perchè incide il segnale in maniera, per l’appunto, continua. Il digitale deve invece acquisire un segnale continuo per poi trasformarlo in un segnale non continuo, questa fase, detta di campionamento, è la più grande differenza tra le due tecnologie. Il suono naturale è quindi, per definizione, “analogico”.



Un pò di teoria spicciola: il digitale fotografa l'analogico.

Quando una registrazione digitale è creata, il suono analogico è digitalizzato, ovvero "fotografato" 44100 volte al secondo. Queste “fotografie” (campioni) servono per ricreare l'onda analogica originale. Tuttavia, è chiaro che non possono essere prese più di 44100 fotografie per secondo per approssimare quanto meglio il "secondo" infinito di segnale analogico. Infatti un secondo di segnale analogico contiene infinite informazioni (è continuo), un secondo di segnale digitale ne cattura 44100. Tuttavia il segnale digitale NON perde informazione audio, perchè? Il fondamentale Teorema di Shannon (o del Campionamento) prova e dimostra che si può ricreare il segnale analogico senza perdita d' informazione, ovvero ci dà in maniera precisa una soglia sotto la quale non scendere al fine di ricreare, in modo assolutamente perfetto, l'onda analogica originale. Uno spettro di frequenze di campionamento a 44100hz rappresenta lo spettro di frequenze tra i 20hz e i 22050hz che equivale a tutto lo spettro delle frequenze udibili, al di sotto del quale avremmo frequenze infrasoniche e al di sopra ultrasoniche. Nota bene: Siccome il digitale contiene l'informazione audio COMPLETA e non compressa, andando ad effettuare una compressione dati (con formati quali MP3 (o simili), per quanto buoni possano risultare, effettueremo, necessariamente, un taglio di informazione utile, scordatevi quindi un Mp3 con qualità CD, che non è teoricamente possibile. Anche se il digitale riproduce, senza perdita informativa alcuna, l'onda analogica in ogni suo dettaglio, è lampante la differenza tra le due tecnologie, che, sebbene teoricamente producenti lo stesso risultato, risultano allo stesso tempo totalmente agli antipodi. L'analogico, guardiano della naturalità delle cose; il digitale, immerso nel mondo del discreto, dell'asettico 0-1. Questa differenza per alcuni si trasmette  anche sotto il punto di vista della riproduzione musicale finale: l'LP suonerebbe più "naturale", il CD avrebbe un suono simile in tutto e per tutto, ma più "freddo" (ma questo è un discorso GENERALE, tornando infatti all'ambito musicale, sono centinaia di altri fattori che incidono sulla resa finale dei prodotti analogici e digitali). La differenza tra il discreto e il non discreto, dopotutto, è qui, una differenza, spesso, più filosofica che prettamente pratica.

 

Master analogico e master digitale.

Bisogna tenere conto anche una cosa molto importante che, al di là del supporto, la differenza teorica, ovvero di quel che abbiam parlato fin'ora, è nel master (o registrazione) analogico o digitale. E, secondo me, non vi è una superiorità di una tecnologia rispetto ad un'altra. Esistono master digitali pessimi come esistono master analogici pessimi, e viceversa! E' comunque interessante notare che dalla seconda metà degli anni 80 la maggioranza dei master sono digitali, quindi, a fare la differenza, non eè più la tecnologia del master ma è proprio il supporto e l'estrazione di dati dallo stesso. Infatti quasi tutti gli LP dalla seconda metà degli 80 in poi erano ricavati da master digitali e riuscivano a suonare comunque meglio dei CD, perchè? Un lettore CD doveva estrarre bit dal supporto e riconvertirli in analogico. Questo processo introduceva una sorta di asetticità nel suono causato da una tecnologia, quella dei lettori CD, che era ancora lontana dal raggiungere il proprio vertice qualitativo. Verso la fine degli anni 90 la situazione, invece, cambiò totalmente grazie al perfezionamento della tecnologia dei lettori CD: percepire la differenza tra un'estrazione di dati digitale effettuata da un lettore CD  e un'estrazione analogica di un riproduttore LP diventa molto difficile a parità di bontà del prodotto, se non impossibile. Il problema quindi non era la registrazione digitale in sè (che, come il suono su LP ricavato da digitale dimostrava, era qualitativamente eccellente) ma probabilmente la differenza era proprio il supporto su cui si registrava ed i meccanismi di lettura della musica, indipendentemente dalla tecnologia usata nel master.



Pro e Contro

Vediamo un pò di pro e di contro in un confronto diretto tra questi due formati. Ci riferiremo unicamente ai supporti in se, dando per scontato che la tecnologia del master (analogico o digitale che sia) produca risultati simili (a parità di bontà del master). Cominciamo:

Per far suonare al massimo un LP c’è bisogno di un’apparecchiatura molto più costosa di quella che necessita un CD (non che un lettore CD professionale sia economico, sia ben chiaro). Ancora…oggi come oggi i lettori CD (e parliamo di lettori da tavolo per hi-fi, non cd-player portatili di cd inclusi negli sterei compatti monomarca) hanno fatto grandissimi passi avanti nella riproduzione degli stessi il che ha avvicinato moltissimo il suono del CD all’ideale da raggiungere, quello analogico dell’LP, avvicinamento che sul finire degli anni 80 era ancora una lontana chimera.

Inoltre c’è da dire ancora che l’LP è molto sensibile all’apparecchiatura su cui viene fatto suonare, a differenza del CD, e necessita di regolazioni attentissime. La vecchia leggenda metropolitana del tipo “qualsiasi LP su un giradischi suona meglio del miglior lettore CD” è un falso di proporzioni abissali. Per esprimere al meglio il suono di un LP si necessita di un giradischi dalle prestazioni elevate (dal costo non contenuto) e da regolazioni non alla portata di tutti. Per ciò che concerne un CD, per ottenere buone cose, basta un lettore CD dai 250 euro in su e nessuna regolazione di sorta. Un grandissimo vantaggio del CD è che con gli ascolti non è soggetto ad usura (non c’è infatti contatto tra lente di lettura – appunto un laser – e supporto), mentre l’LP, a causa del contatto disco/testina, è soggetto a lieve usura con gli ascolti nel tempo. Altro grandissimo vantaggio del CD-audio (e NON del CD-R masterizzato, che non gode di questo vantaggio) è la sua praticamente vita “infinita” a patto di non causare rigature profonde sulla sua superfice. L’LP può durare anche 70 anni ma se tenuto in condizioni ottimali, tuttavia la sua vita media, in condizioni medie, si attesta ben sotto questa stima. Il suono del CD è più pulito, quello dell’LP più sporco anche a causa del rumore causato dalla puntina in fase di registrazione e riproduzione che porta con se numerose risonanze meccaniche. Queste ultime risultano ridotte significativamente usando la registrazione digitale. Spesso molti altri fattori (polvere, puntine rovinate, usura da ascolto, regolazioni non perfette, apparecchiatura non adatta, umidità) fanno si che con l’LP si ascolti musica troppo "rumorosa".


Il fruscio nel CD, possibile?

Un'altra cosa molto importante da osservare è la seguente. Ascoltando alcuni cd si può notare un fruscio di sottofondo (fruscio di registrazione) addirittura pari a quello ascoltabile in un qualsiasi LP, perchè? Dopotutto uno dei pregi del CD è di suonare in maniera più pulita... E' presto detto: a questo fruscio è abbinato anche un suono di gran lunga più scintillante ed ampio rispetto all'LP. Ciò si spiega semplicemente se pensiamo proprio al fattore "pulizia" del CD, fattore che rende possibile ciò. Un controsenso? Non proprio. Ritengo che gli ingegneri del suono approfittano del fruscio di registrazione assente nel CD per usare particolari tecniche di equalizzazione al fine di migliorare il suono. Queste tecniche creano un fruscio di sottofondo che, se fosse aggiunto a quello posseduto dall'LP, risulterebbe eccessivo e fastidioso. Le stesse tecniche di miglioramento sonoro invece risultano naturali se aggiunte al CD che, essendo privo di fruscio di registrazione in origine, può permettersi di "acquisirne uno" ottenendo pertanto un prodotto che, a parità di fruscio con l'LP, suona in maniera più scintillante ed ampia.


Riassumendo.

LP  pro:
L'analogico esprime al meglio la natura del suono.
Soundstage spesso più ampio.
Imponenza del formato (package, artwork, ecc...).

LP contro:
CD pro:
Cd contro:


Concludendo.

Alla fine tutte quelle persone che ostentano una chiara superiorità di un supporto rispetto ad un altro sono nell'errore, si può parlare, più che altro, di una certa diversità in determinate condizioni, ma non di superiorità. I pro e contro sono evidentissimi, un formato perfetto? Non esiste. L’LP necessita di esprimersi al meglio su sistemi ad alte prestazioni, il CD si esprime al meglio anche su sistemi a medie prestazioni. Sia il CD che l'LP hanno pro e contro come abbiamo visto. Negli anni 80/90 quando il CD comincia ad affermarsi le industrie discografiche ci hanno fatto credere che fosse il formato definitivo, non lo era e non lo è. Specialmente nei primi anni 90 il CD era dannatamente inferiore all'LP. Bisogna considerare che la tecnonologia del giradischi era al suo vertice massimo, quella del CD no. A fine anni 90, come già detto, invece la tecnologia dei lettori CD ha raggiunto livelli altissimi, e un CD, oggi, riesce a suonare incredibilmente simile (ed a volte meglio) rispetto alla sua controparte analogica.

La mia esperienza personale relativa alla qualità sonora di CD e LP mi dice che la preferenza verso un supporto o l'altro sia una questione assolutamente soggettiva e, oggi come oggi, più filosofica che pratica. L’analogico è l’ideale da perseguire, il digitale riesce - attualmente -  a ricreare un suono prossimo all'analogico e resistente al tempo.  Personalmente preferisco i CD perchè, sebbene a volte peccano in soundstage, conservano la qualità posseduta "al momento dell'acquisto" per sempre. Inoltre preferisco, per gusti prettamente personali, la maggior pulizia del CD. Oggi esistono lettori CD capaci di estrapolare informazioni da un Compact Disc in modo precisissimo ed andando a ricreare comunque un soundstare di grande impatto e rispetto. 

Ma alla fine dei conti queste sono tutte chiacchiere per qualche puntiglioso di turno (come me) perchè la maggior parte di voi non noterà nemmeno queste differenze. Molti gradiranno di più il sound del CD, altri gradiranno di più quello dell'LP, nell'attesa di un nuovo fantomatico supporto perfetto (che non è stato ancora inventato nè credo mai arriverà visto come sta andando in disuso il supporto fisico) scegliamo in base ai nostri semplici gusti personali senza troppe fissazioni le quali lasciano, come sempre, il tempo che trovano.
Concludendo, il suono del CD è più analitico ma allo stesso tempo più pulito, quello dell'LP più "corposo" e caldo ma più "rumoroso". La vera differenza tra LP e CD, praticamente parlando, è nella mentalità più che nella musicalità. L'LP è una cultura diversa di intendere la riproduzione musicale fatta per appassionati diversi dagli appassionati del digitale. E' forse proprio questa la differenza sostanziale tra i 2 formati, l'impronta culturale che ognuno trascina con sè. Non ve ne è una migliore ed una peggiore, ma solo quella più adatta a noi, e, alla fin fine, ciò che conta è la musica e, entrambi i supporti, ne sono perfetti contenitori.

Vincenzo Ferrara.

>>>PROVE PRATICHE<<<

Data pubblicazione: 08/07/2007